C’è un momento, tra fine estate e inizio autunno, in cui l’aria cambia suono: le foglie iniziano a scricchiolare, il sole scivola più basso, e i campi si accendono di un arancione caldo che sembra trattenere l’estate per un’ultima, dolce volta. È in quel momento che il Villaggio delle Zucche di Nonno Andrea diventa un luogo speciale: non solo un evento, ma un piccolo mondo sospeso, dove la natura si racconta e le persone si ritrovano.

Un paese di zucche, storie e meraviglia

Nelle scorse settimane, tra spaventapasseri giganti, panchine di legno e giochi di una volta, migliaia di persone hanno camminato, riso, fotografato e ascoltato. C’era chi si lanciava nella piscina di mais, chi si fermava a leggere un libro al tramonto, chi seguiva con gli occhi le bolle di sapone che salivano leggere nel cielo. In un prato punteggiato di zucche — grandi, piccole, tutte diverse — il tempo aveva un ritmo più lento, più umano.
Il bello del Villaggio è proprio questo: intercetta la voglia di natura e la trasforma in un’esperienza semplice e memorabile. Non c’è frenesia, c’è condivisione. Non c’è un “programma serrato”, c’è spazio. Spazio per sedersi sull’erba, per raccontarsi qualcosa, per meravigliarsi come bambini.
Se vuoi scoprire la realtà che lo rende possibile, qui trovi il sito di Nonno Andrea: https://www.nonnoandrea.it/
Airstream: il nostro angolo d’argento cromato

In mezzo al percorso, due dei nostri Airstream hanno fatto ciò che sanno fare meglio: accogliere. Sono approdati al villaggio due dei nostri mezzi in versione food truck e hanno servito gelati, waffle e piccole bontà. Per molti sono stati un pit-stop goloso tra una tappa e l’altra; per altri, un’icona da fotografare, perché quell’alluminio che riflette il cielo ha sempre qualcosa di magnetico.
Li abbiamo visti brillare all’ora d’oro, quando il sole accarezza i filari; li abbiamo visti pieni di voci, mani, sorrisi; li abbiamo visti trasformarsi in punti d’incontro, dove la fila diventa chiacchiera e la pausa diventa ricordo.
L’atmosfera: famiglia, natura, stupore

Il Villaggio delle Zucche è un racconto che parla tutte le lingue: quella dei bambini, che scoprono i giochi di un tempo; quella dei genitori, che tornano a essere bambini per un pomeriggio; quella dei nonni, che ritrovano gesti e profumi familiari. È un evento che abbraccia il territorio e lo restituisce con una cura rara: dalle materie prime alla tavola, dal campo al laboratorio, tutto respira vicinanza e autenticità.
E quando il cielo si fa rosa e le luci diventano più calde, il Villaggio cambia ancora pelle: la gente si siede, ascolta, si lascia attraversare dalle storie. È il momento in cui capisci che questo non è solo un posto dove “si va”, ma un posto da portare via: nei telefoni pieni di foto, certo, ma soprattutto nella memoria.
Quello che ci portiamo a casa
Di queste giornate ci restano addosso i colori, le risate, il profumo di zucca al forno che si mescola all’erba umida. Ci resta l’immagine dei nostri Airstream argentati tra i filari, come due lanterne posate sul prato. E ci resta la bellezza di una comunità che sceglie di stare insieme in modo semplice, pulito, sincero.
Grazie a chi è passato da noi per una pausa dolce lungo il percorso. E grazie a Nonno Andrea per aver costruito, anno dopo anno, un luogo in cui la natura si incontra con le persone e le fa sentire a casa.
Alla prossima storia da raccontare, tra foglie che scricchiolano, luci calde e quell’argento che riflette — ogni volta — un pezzo di felicità.
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